Chapter 2

Elegia per Callum Sol


Cull: Sei sicuro?

Vale: Mai più.

Cull: Non metto in dubbio il piano, ma... funzionerà?

Vale: La tentazione deve incedere. Abbiamo usato tetre fantasie come esca, ma per misurare accuratamente i malvagi intenti di coloro che si nascondono dietro la Luce dobbiamo aprire una strada spianata verso i loro più oscuri desideri.

Cull: E quelli che cambiano strada? Come ci comportiamo con chi si unisce alla mia folle crociata?

Vale: Faremo ciò che è necessario.

Cull: Sfoltire il gregge.

Vale: Recidere quei pochi deboli affinché l'insieme diventi più forte.

Cull: E se si unissero più persone del previsto? Se questi vili messaggi sussurrassero alla paura che ci attanaglia tutti? L'odio si diffonde facilmente fra chi tentenna sulla soglia.

Vale: Non dobbiamo giudicare la gente, ma i suoi protettori. È per la gente, che lo facciamo. Per il futuro.

Cull: Non il mio.

Vale: Simpatico.

Cull: Lasciami fare qualche battuta finché posso. Presto tutto sarà tenebra e rovina.

Vale: Diventerai l'Ombra più oscura. L'essenza di ciò che temiamo di diventare tutti.

Cull: E l'Avanguardia? Approva?

Vale: No. Dicono che questa strategia fomenterà puro odio.

Cull: Non sanno quello che mi chiedi.

Vale: E mai lo sapranno.

Cull: Diventerò un malvagio.

Vale: Solo per chi non ha importanza.


***

Litania di Callum


Callum: Ho abbandonato tutto ciò che avevo di più caro per tornare alla purezza dell'io. Non ci servono titoli strappati da favole morte. Siamo e siamo sempre stati ciò che siamo. Odiati. Temuti. Smarriti. Spezzati. Dredgen Yor non ci ha resi quello che siamo. Orsa e i suoi sciocchi vorrebbero farci credere che stiamo calcando i passi del dolore più autentico. Io dico che il mio dolore è pari a quello di Yor. Io dico che lo trascende. Io dico che siamo il futuro, e il futuro non aspetta fallimenti che giacciono come cenere sparsa su una cresta sperduta e solitaria. Il Libro dice che dobbiamo essere disfatti. Non rifatti. Non evoluti. Non migliorati. Disfatti. Per ambire a tali glorie dobbiamo partire da noi stessi. Dobbiamo guardare nell'abisso nudi e senza paura del suo giudizio nei confronti delle nostre tante umane debolezze. Ma Orsa questo lo sa. Proprio come lo sapevano Bane e gli altri. Loro temono il vero giudizio. Preferiscono nascondersi dietro alle loro interpretazioni degli antichi testi di Yor. Facendo passare la comprensione come mezzo per procrastinare su ciò che va fatto. Niente più azzardi. Niente più capricci. Niente più fughe da un uomo solitario con una Pistola d'oro. Malphur non è un degno avversario. È una scusa. Non più. D'ora in avanti, noi, ossia coloro abbastanza coraggiosi da ascoltare le mie parole, dobbiamo puntare dritti verso l'abisso. E annientare chi vuole impedirci di arrivarci.

Raduno: [saluti]