Chapter 19

La Paladina e il cacciatore scelsero il fucile e si addentrarono nella giungla monsonica alla ricerca l'una dell'altro. Sjur Eido scelse una Malatigre 11x90 mm con guida multipla a cinque proiettili e carter inerziale. Uldren scelse una carabina con percussore ad ago silenziato e munizioni coniche. Per sei settimane si cercarono tra le fronde, mentre la situazione politica peggiorava sempre più. Il cacciatore migliore era lui. Più furtivo nei movimenti e a proprio agio nella foresta, ma Sjur Eido era un soldato d'eccellenza. Non aveva alcun timore delle meccaniche della giungla, e sapeva come sfruttarle a proprio vantaggio. Fece impazzire gli animali, con violenza e distruttività. Pappagalli e corvi le rivelavano l'ubicazione di Uldren, e gelosi predatori lo costringevano a scostarsi dai sentieri che aveva stabilito in precedenza. Sjur Eido lo colse mentre era rivolto verso un lago spaccato e lo colpì nel momento in cui tentò la traversata. La ferita non era mortale, poiché l'impatto con l'acqua attenuò il colpo, ma Sjur aveva vinto.

"La tua vita è in bilico", Mara avvertì il fratello. "Perdi l'ultimo incontro e tu..."

"Mi credi ingenuo?", replicò lui. Il dolore era intenso, ma assunse un semplice analgesico e niente di più. "Lasciami lavorare, sorella, o lasciami in pace."

Il prossimo scontro prevedeva un duello aereo sopra le cime delle Andalaya. Le cariche poste sotto ai rispettivi sedili sarebbero esplose se avessero abbandonato la zona di combattimento. Siccome questa era alquanto ridotta, Sjur Eido scelse un agile caccia tattico Ermellino e missili a ricerca di calore.

"Chi ci fornisce questi velivoli?", chiese Uldren. "Come faccio a fidarmi dell'equipaggiamento?"

Sjur Eido disse che i velivoli li avrebbe forniti uno scriba di Gensym e che le munizioni sarebbero state prese dalla sua scorta personale. "Molto bene", sbuffò Uldren. "E avremo accesso a tutti i sistemi bellici di bordo?"

"Ovviamente", rispose Sjur. "Quelli che non potremo avere saranno sostituiti da simulatori d'addestramento." Era sicura che la ferita di Uldren lo avrebbe svantaggiato.

"Allora volerò su un Dardo", disse Uldren. L'antico intercettore disponeva di pessimi comandi di fuoco, manovrabilità discutibile e armi primitive.

"Un... Dardo?", disse Sjur, beffarda. "E userai i suoi armamenti originali? Pensi di potermi battere con una mitragliatrice e qualche razzo?"

"Certo", replicò Uldren sicuro di sé. "Ebbene? Accetti?" E lei accettò.

I duellanti decollarono in una luminosa mattina d'inverno. Dopo aver controllato carburante e sistemi telemetrici, si disposero l'uno di fronte all'altra a cento chilometri di distanza. Sjur Eido scese di quota, sapendo che il radar di Uldren non l'avrebbe potuta rilevare in modo efficace. Uldren si lanciò alla carica.

A ottanta chilometri di distanza, Uldren parlò alla radio. "Fox-3. Abbattuto. Ingaggio terminato." Sjur si fece beffe del bluff e si preparava a risalire di quota, quando l'allarme ABBATTUTO lampeggiò sul pannello informativo dell'Ermellino. Aveva dimenticato che la dotazione del Dardo, che aveva pilotato settant'anni fa, includeva un razzo nucleare aria-aria. Uldren l'aveva già abbattuta in simulazione a chilometri e chilometri di distanza.

Sull'asfalto, Sjur Eido si levò casco e paracadute e si inchinò al cospetto di Mara Sov. "Mia signora", disse, "siccome lo scontro con tuo fratello si è concluso in parità, affido il mio destino a te. Ti chiedo solo di essere più indulgente di quanto non lo fossi stata con l'Iperbole."

"Alzati, Sjur Eido", disse Mara. "Raggiungiamo le stelle. Insieme."