Chapter 11

[Rapporto tramite router crittato VanNet.]

Un rimprovero a Savathûn per la sua interferenza. Forse è gelosa del nostro accesso diretto alla Piramide. Ha guidato l'alveare verso l'Oscurità, ma ha avuto eoni per pentirsi della sua scelta. Potremmo forse approfittarne?

[Note personali, scritte su pergamena dell'alveare con una scheggia di pietra di Io.]

Trovo umilianti gli studi collettivi dei guardiani. I loro canali sono pieni di congetture pubbliche su di me. È un'impotente lacchè della Regina Mara? Un'antica matrona del proto-alveare? E perché si è offerta di barattare una borsa di schede di memoria al quarzo per qualche frutto dell'albero del pane?

Savathûn, Regina di tutti i Criptati. Savathûn, che ha distorto questi messaggi a tal punto che solo il tenace Ramingo può riuscire a interpretarli.

Perché mai l'illusionista dell'alveare vorrebbe impedirci di contattare il suo dio?

Risposta semplice: è tutto un trucco. "Avete fatto ciò che volevo!" è la sua replica a ogni sconfitta. Come si possono sventare i suoi piani, quando nessuno li capisce?

Ma oserebbe sfidare il Profondo stesso?

Forse sì. L'intera, abbietta esistenza di Savathûn mira a creare confusione. Capirla vorrebbe dire distruggerla. È ancora intenzionata ad attirarci in un buco nero, in qualche giovane universo dove può essere davvero una divinità? O forse era una menzogna anche quella?

Sono sul punto di scoprire qualcosa che potrebbe minacciarla?

Giove è sempre sopra di noi. Di notte l'intero cielo è in fiamme: tonnellate di zolfo bruciano nel tubo di flusso che connette Io al polo gioviano. Brucio la mia spazzatura e il fumo continua a salire per sempre. La radio ulula come un branco di lupi.

Mi sento sola.