Chapter 7

Eva Levante era in piedi, appoggiata al muro esterno del fienile coperto di edera a osservare il campo da calcio del Rifugio. Le vecchie reti erano flosce. Avevano bisogno di una sistemata. Nonostante l'afflusso di gente, nessuno aveva mai pensato di rimetterle in sesto. Dopotutto, lo sport non era il primo pensiero di quelle persone.

Oltre il campo, le infinite colline della Zona Morta Europea raggiungevano l'orizzonte, dove si stagliava il decadente frammento del Viaggiatore. In quei primi giorni, dopo essersi ripresa dall'attacco all'appartamento, aveva guardato il panorama con meraviglia.

Adesso osservava le nuvole, placide e annoiate, che si raccoglievano attorno al frammento. Eva sorrise e spostò il peso dalla parete al bastone da passeggio intagliato che l'aiutava a sostenersi. Quanta tranquillità, nonostante quello che le era appena successo.

I sui primi giorni al Rifugio erano stati un turbinio di trattamenti medici, applicati da un incessante andirivieni di assistenti. Erano gli ultimi giorni della Guerra Rossa, quelli dell'imponente operazione atta a riconquistare la Città.

Un'anziana donna proveniente dal Sottosuolo era una priorità minore e, nel trambusto, perfino i vecchi amici che sperava di incontrare non erano passati a trovarla.

Adesso era sola. O quasi. Si voltò per guardare la Criptarca Tyra Karn che chiacchierava con il telaio responsabile della corrispondenza al Rifugio. Siccome le operazioni principali erano state riassegnate alla Città, Darbi era diventata l'assistente non ufficiale di Tyra. Insieme avevano continuato a studiare la storia dell'umanità attraverso la lente della Zona Morta, da un punto di osservazione defilato che Tyra era apparentemente contentissima di presidiare.

L'esploratore, Devrim, passava ogni tanto per fare due chiacchiere. Quando era di buon umore, definiva il loro piccolo gruppo "il club delle vecchie mani", di solito mentre sorseggiava del tè.

Entrambi avevano incarichi ufficiali da svolgere, e lo facevano con grande dedizione.

Eva era al Rifugio in veste non ufficiale. Il suo ruolo alla Torre non era mai stato vitale per le varie operazioni, ovviamente... e nessuno si era preoccupato di riportarla subito lassù. Tess e Banshee si facevano sentire ogni tanto, e lei dava loro consigli su come organizzare i nuovi ambienti.

Ma Eva era qui al Rifugio per le creature perdute.

Arrivavano da soli, al massimo in due. E avevano tutti qualcosa in comune: loro e il frammento non si erano connessi. Si sedevano lì, a osservarlo da lontano. A parlare di come avevano vissuto la Guerra Rossa, da guardiani privi di Luce, costretti dalle circostanze a restare in disparte a guardare.

Quando la Luce aveva fatto ritorno, alcuni dissero che era... diversa. Si insinuava sotto la pelle come un vestito della taglia sbagliata.

Uno dei pellegrini che Eva si ricordava più chiaramente era una minuta donna exo. Non immaginava che gli exo potessero essere così piccoli. La donna si agitava mentre parlava, non riusciva a calmarsi.

Quando disse che la Luce era diversa, un'affermazione che aveva sentito spesso, Eva fece la solita domanda. "Quindi vuol dire che adesso la Luce è diversa? O sei tu, a essere diversa?"

La exo strinse gli occhi, riflettendo. E rimase lì impalata, ferma, come mai lo era stata dal suo arrivo al Rifugio.

Di solito finiva così. A volte, anche solo fare una domanda li aiutava a risolvere il dilemma. Altri avevano bisogno di più tempo, e a volte passavano settimane nel Rifugio a fare come Eva: fissavano il frammento.

Alcuni arrivavano lì, non trovavano rispose e si incamminavano verso quell'imponente scaglia di metallo all'orizzonte. Per quanto ne sapesse Eva, nessuno di loro era più tornato al Rifugio.

Era una vita strana. L'ennesimo periodo strano, l'ennesimo ruolo che lei non aveva richiesto di ricoprire. Ma si accorse che era in gamba.

Ed Eva Levante non aveva alcun interesse a tornare nella Città.