Chapter 10

IL LAMENTO DI AKRAZUL

"Sono inferiore in essenza e mente, sorella.
"Il tuo disfacimento mi renderà di nuovo intero.
"Il mio arto rubato, perduto per mano di una creatura della Luce in difesa del futile regno del nostro Re dei Corrotti, ha fatto di me un paria.
"Il disonore dei miei fallimenti ha gettato su di noi una profonda vergogna che si propaga come un morbo, infettando non solo il mio io in pezzi, ma anche te e l'amata Malkanth. Sono una pestilenza. Una cosa avvizzita da disprezzare.
"Eppure qui, con questo tuo generoso dono... trovo un nuovo scopo.
"Nella tua carne e nelle tue ossa troverò di nuovo me stesso.
"In quella scoperta, ti ricorderò per sempre.
"E mentre tu sarai il mio ultimo ricettacolo in questo piano fisico, io lo sarò per la tua essenza. Il nucleo stesso di ciò che sei vivrà in me... per sempre."

L'ORGOGLIO DI AZAVATH

"Le tue parole mi portano gioia, fratello.
"L'ultima gioia che avrò.
"Ma sappi che questi piaceri sbiadiscono se paragonati al mio odio... alla mia rabbia.
"Scelgo il mio disfacimento solo perché conosco la potenza della tua furia, soffocata dalla mutilazione ma che ancora cova sotto le braci del tuo cuore.
"Mi dono volontariamente, come hanno fatto i deboli della Fossa, sacrificandosi come onde mandate a infrangersi contro la letale riva che era la lama di Zulmak.
"Lo faccio perché ho ben chiara la strada che abbiamo davanti. Il suo scopo è nato nell'eresia, ma è puro, come la tua furia.
"Il mio solo rimpianto è che non potrò vedere il manifestarsi della tua ira. Che non sentirò queste mani infliggere una tale punizione agli indegni, all'esistenza stessa.
"Sarai un grande monarca, fratello. Attraverso di me...
"Nel mio nome, scritto nelle distese dello spazio... Azavath, Regina del Dolore di uno Sciame Eternamente Nascente.
"Nel mio involucro, l'armatura vivente di chi amo, mio dolce, vendicativo Akrazul... non più solo il mio principe infranto."