Chapter 5

Sono la prima Oratrice a non sognare mai.

Almeno, penso sia così. Nei giorni successivi al Crollo, tutti gli Oratori sopravvissuti si sono sparpagliati ai quattro venti, viaggiando con gruppi di rifugiati attraverso quel deserto desolato in cui si è mutata la Terra. A parte colui che mi ha istruita, non ho mai incontrato un altro Oratore in tutta la mia vita. Per quel che ne so, sono l'ultima rimasta.

Prima del Crollo, gli Oratori erano scelti per la loro capacità di udire il Viaggiatore attraverso sogni lucidi e vividi. Da quando i sogni si sono interrotti, ci sono altri segni. Gli Spettri ci seguono. Quando riusciamo a sognare, vediamo una strana luce bianca e accecante. Tendiamo ad avere emicranie.

Dato che il mio mentore non poteva insegnarmi a interpretare i sogni, mi ha istruito tramite congetture. Ho dovuto immaginare cosa fossero i sogni. Ho dovuto immaginare perché il Viaggiatore sarebbe potuto tornare e quando. Come tutti gli Oratori, ho memorizzato i quattro pilastri. Il Viaggiatore è buono. Il Viaggiatore è senziente. Il Viaggiatore ci salverà. Il Viaggiatore ci abbandonerà.

A volte temo che il Viaggiatore ci abbia già abbandonati.

Il mio mentore è morto di una malattia debilitante due anni fa e io ho provato a sostituirlo. Ma lui era la memoria vivente del tempo in cui il Viaggiatore era sveglio, mentre io ho solo i suo ricordi, di seconda mano e compresi in modo imperfetto. Non ho risposte. Non riesco a far parlare il Viaggiatore.

O almeno, non riuscivo.

Per settimane, ho lavorato in segreto a un progetto, raccogliendo scarti di metallo e vecchie cose danneggiate del passato. Li ho messi insieme, ho sperimentato con questa accozzaglia di tecnologia strana che comprendevo a malapena, ho provato a calibrare il tutto secondo i miei scopi.

Tanto tempo fa, molto prima del Crollo, gli astrofisici hanno registrato i suoni dei pianeti del nostro sistema solare e li hanno trasformati in musica. Hanno tradotto le onde di plasma e le emissioni radio in sibili, fischi, ruggiti e altri suoni sinistri e armoniosi insieme. Anche il Viaggiatore emette dei suoni. Gli Oratori ne hanno ascoltato la musica per molti anni, sotto forma di sogni.

Con cura e amore, ho costruito una maschera. Un amplificatore.

Nessuno ne è al corrente a parte me. Non voglio alimentare speranze, benché le mie siano altissime mentre do i tocchi finali. Non è bella come la nostra vecchia tecnologia. È irregolare, ammaccata e arrugginita, come tutto quello che possediamo ora. Ma se dovessi aver ragione, se dovessi riuscirci, farà grandi cose.

Non potrei sopportare un fallimento. Ho fallito in ogni altra cosa, finora.

Quando ho finito, indosso la maschera. Alcune sue parti non levigate sono rigide e affilate contro il mio viso, ma per la prima volta nella mia vita, sogno.

|| Ho chiamato senza che nessuno mi udisse così a lungo che la mia voce è roca. ||