Chapter 6

Ricordo di aver parlato con Ofiuco riguardo al legame tra Spettri e guardiani.

È successo anni e anni fa, quando ancora eravamo nella Città e Osiride era a capo dell'Avanguardia. Osiride e Ikora parlavano per ore, anzi, giorni. Francamente, era piuttosto noioso. Soprattutto quando io mi ritrovavo giocoforza in compagnia di Ofiuco. Quello Spettro è lungi dall'essere un amante delle chiacchierate.

Comunque sia, Ofiuco aveva una teoria secondo cui per ogni guardiano c'è uno Spettro. Diceva che ognuno di noi ha punti di forza che compensano le debolezze del guardiano e viceversa. E che dobbiamo restare uniti, altrimenti né l'uno né l'altro sarebbero un'entità completa.

"Come anime gemelle?", chiedo. "Perché non è che io ami Osiride o cose del genere. A parte che sarebbe alquanto bizzarro, visto che mi dà sui nervi molto spesso."

"Non si tratta di un vincolo amoroso", dice Ofiuco. Se avesse avuto gli occhi, li avrebbe alzati al cielo fino alle stelle. "Secondo me il Viaggiatore ha capito questo: le persone normali non sarebbero state in grado di proteggere l'umanità. Ci sarebbero voluti individui straordinari nella mente e nel corpo. E, solo rendendo Spettro e guardiano una cosa sola, questa impresa sarebbe stata possibile."

"Non so dove ti tenga Ikora", gli dico, "ma Osiride e io non siamo 'una cosa sola'. Ci hai sentito discutere, no? Spesso, direi."

"E perché tu lo provochi?", chiede Ofiuco.

"Perché nessun altro oserebbe farlo. Egli è il grande e potente Osiride: eroe, erudito, salvatore, bla bla bla. E nessuno, proprio nessuno, nemmeno Ikora, lo provoca o sfida veramente. Fanno quello che dice, anche quando si tratta di una pessima idea. Ma non io.

Tutti hanno bisogno di qualcuno che li faccia rientrare nei ranghi. Specialmente Osiride."

"Affermi dunque che questo rappresenta un punto di forza a compensare una debolezza?"

Non rispondo. Odio quando l'altro ha ragione. La buona notizia è che non succede spesso.

"E va bene, mio scaltro Spettro", dico. "E fra te e Ikora? Siete così austeri, leggete così tanto..."

"Io esercito il potere della calma. La incoraggio a pensare prima di agire, affinché le sue emozioni non prendano il sopravvento."

Non resisto. Mi ribolle il sangue che non ho. Mi ci vuole un minuto per ricompormi. "Ikora?", alludo, ridendo così forte da non riuscire a parlare. "È... Ikora. Non fa altro che pensare, riflettere!"

"Non la conosci davvero", ribatte Ofiuco.