Chapter 4

Praedyth è rimasto a guardare fuori dalla sua cella per un tempo che non saprebbe quantificare. Seduto all'interno, scruta l'esterno.

Ha visto innumerevoli linee temporali. Impossibile stabilire quali siano reali.

Da un certo punto di vista, tutte potrebbero esserlo.

Riconosce alcune cose. Vede spesso il Viaggiatore, sebbene non riesca a percepirne la Luce attraverso le sbarre. A volte è sospeso su una città così familiare da fargli male al cuore. A volte è sospeso in un cielo alieno, mentre forme sconosciute gli volteggiano attorno: Spettri di fattura ignota.

Alcune visioni balenano una sola volta, altre tornano ricorsivamente. Una, in particolare: un frammento del Viaggiatore staccatosi dal suo corpo e precipitato in una foresta, di fronte a cui si erge una piccola figura. La figura cambia ogni volta, ma non il pallido bagliore del Viaggiatore.

Una volta, ha una visione di se stesso. A testa alta, nel calore del sole marziano, tra Kabr e Pahanin. Riconosce l'elmo di Kabr. È quello che Praedyth ha aiutato a forgiare. Era più in gamba di Kabr nella lavorazione dell'alluminio. A quasi cinque anni dall'inizio della loro vita insieme come squadra, Kabr aveva indossato quell'elmo per sei mesi filati, finché non lo aveva spezzato in due nel Crogiolo. Dopo quella visione, Praedyth piange. Disidratato com'è, non pensava di avere ancora lacrime.

La Volta gli mostra Mercurio, innumerevoli volte, riconoscibile solo grazie all'imponenza del sole nel cielo. A volte ci sono detriti sospesi nello spazio, un anello planetario in formazione. A volte ci sono solo e soltanto detriti, e quando si volta non vede nessuno degli altri pianeti del sistema. Svaniti, divorati fino all'ultima briciola.

Se solo Praedyth potesse sentire davvero il calore di quel sole colossale. Le sue mani, qui nella Volta, sono sempre fredde.

Vede ondate di alieni attraversare la soglia del sistema solare ed emergere nella luce dall'esterno dell'eliopausa. Alcuni di loro viaggiano baldanzosi, come eserciti lanciati alla conquista, con pitture di guerra fresche e stendardi sfavillanti. Alcuni di loro si muovono come se fossero inseguiti da qualcosa nel buio galattico.

Osserva i movimenti dei vex. Impara a distinguerli: quelli di argento brillante, quelli di bronzo con le corna rivolte all'indietro, quelli con gli occhi bianchi. Occasionalmente, tra loro vi sono drappelli di vex macchiati di verderame, con chiazze di muschio sulle braccia. Gli altri vex si tengono alla larga. Due volte ha visto gli altri vex combattere contro i muschiosi. È come se gli altri vex li temessero, per quanto un vex possa provare paura.

Alcune linee temporali sono coperte come da un drappo, un'oscurità così fitta da essere impenetrabile. Rifiutano lo sguardo di Praedyth, vi resistono.

Tutte le linee temporali che vede potrebbero essere reali per alcuni esseri viventi. Non sa quali siano reali per lui. Non sa se sia un dubbio plausibile.

Ma lo manifesta comunque e continua a guardare. Non c'è motivo di fare altrimenti.

Ha tutto il tempo del mondo.