"Ti ho battuto onestamente" disse Cayde. "Ti consiglio..."

Alzò la mano per fare no col dito sotto il naso di Shaxx.

"... di non provare mai più a sfidare le mie Pistole d'oro."

Due bambini gli schizzarono accanto ridendo.

Shaxx scosse la testa lentamente: "È stato un errore tattico! Non lo commetterò di nuovo."

"Ormai è fatta. Oggi hai perso e mi devi una bella ricompensa."

Il titano squadrò il cacciatore serrando i pugni, ma non disse nulla. Cayde ignorò il suo atteggiamento, voltandosi verso il campo cosparso di terra e grandi sassi. Una fitta folla di bambini occupava lo spazio desolato, dove gruppi di marmocchi si scontravano tra di loro sbraitando a squarciagola. Un esiguo numero di anziani si faceva strada in mezzo al caotico oceano di fanciulli.

"Dove siamo? Cosa sta accadendo?" domandò Shaxx.

"Sono i bambini della Città. Devono rimanere entro le zone di sicurezza." I due guardiani si misero a osservare un bimbo mentre scalava un sasso alto poco più di un metro. Raggiunta la sommità, cacciò un ululato al cielo. "Come puoi notare qui si sentono liberi. I genitori li portano in questo... pensa che non ha manco un nome... in questo campo ogni mese per farli svagare. Preferiamo che si picchino a vicenda piuttosto che tentare di scalare le mura."

Shaxx li contemplò.

"Dunque, scegline due" disse Cayde.

Shaxx lo squadrò dall'alto. "Scelgo due di cosa?"

"Due mocciosetti. Scegliti una squadra di due bambini, allenali e poi falli competere nel gioco che loro chiamano sport. È una specie di torneo; dai che sei esperto in queste cose."

Shaxx studiò il campo.

"È ridicolo!" concluse.

"Ne vedrai di cose ridicole oggi, ma ormai la frittata è fatta. Preparati a mangiarla."

"Posso pagarti in lumen, abbastanza da coprire due partite nel Crogiolo. Perché dovrei sprecare il mio tempo con questi bambini?"

Un marmocchio corse davanti a loro salutando Cayde e interrompendo Shaxx. Cayde gli rispose con un pollice alzato.

"Perché mi piace stuzzicarti. Inoltre ti sorprenderà scoprire cosa fanno questi bricconcelli qua fuori. Non puoi nemmeno immaginare."

Sotto il suo elmo Shaxx fissò intensamente la faccia dell'exo.

"Sono molto veloci. Senti, so che è difficile per te, ma prova a non distruggerli per piacere. Di solito faccio in modo che un guardiano o una guardiana di loro conoscenza venga a visitarli ogni tanto. Non eri il primo sulla lista dei bambini e nemmeno il decimo, ma sei l'unico che sono riuscito a convincere questa settimana."

Shaxx rimase impassibile, ma la sua furia era palpabile. Con il mantello sventolante Cayde si voltò per allontanarsi. "Sapessi quante scommesse punterò sul Crogiolo mentre sarai via."

"Non oseresti mai!" tuonò Shaxx, ma Cayde era già sparito in mezzo alla folla di adulti.

Shaxx fece un sospiro e scrutò nuovamente il campo, osservando la distesa brulicante di testoline. A colpo d'occhio intuì quali fossero quelli con più preparazione atletica: notò due ragazzine le quali, ringhiando e impervie al dolore, si bastonavano a vicenda con dei rami. Non le degnò di un altro sguardo e attraversò la folla, suscitando scalpore tra gli anziani che si concessero un attimo di pausa dai doveri didattici per rimanere a bocca aperta. Lord Shaxx si fece strada con grazia attraverso l'indisciplinata marea di bimbi e si diresse verso un albero solitario piantato nell'angolo del campo, ai cui piedi sedevano una ragazzina insonne e un ragazzino umano.

La figura di Shaxx li adombrò senza estinguere il bagliore nei loro occhi. "Come vi chiamate?" domandò Shaxx. "Runa" disse l'insonne, con una punta di sdegno. Lo fissò, come se volesse ricambiare lo sguardo assente dell'elmo di Shaxx. "Io mi chiamo Lonwabo" recitò l'umano, con tono più interrogativo che affermativo.

"Sembri annoiata Runa" disse Shaxx. "E tu sembri preoccupato Lonwabo." Puntò il dito contro il ragazzino, il quale preso dallo spavento indietreggiò.

"Per come la vedo io, ciò rende voi due gli individui più intelligenti di tutto questo branco di reietti" disse il titano. "Ora siete con me. Fornitemi le regole di combattimento." Shaxx li contemplò e loro fecero altrettanto. "Parlate!"

Iniziarono a raccontare e Shaxx ascoltò in silenzio mentre esplicavano l'uno sopra l'altra le regole del gioco: due squadre da due si lanciavano proiettili sferici e i giocatori colpiti venivano eliminati. Se entrambi i componenti venivano eliminati, la squadra usciva dal torneo e perdeva la possibilità di continuare a giocare.

"Come chiamate questo addestramento? Schermaglia? Supremazia?" chiese Shaxx.

"Palla avvelenata" disse Runa.

"Penseremo a come migliorare il nome un'altra volta. Per oggi seguite le mie istruzioni e vi condurrò alla vittoria!"

Shaxx chiamò a sé uno degli adulti.

"Lord... Lord Shaxx?" balbettò l'exo.

"Chiamami Shaxx." Solo i guardiani erano tenuti a portargli rispetto. "Trova un degno avversario alla mia squadra. Senza indugi!"

Shaxx condusse Lonwabo e Runa sul campo e si inginocchiò. Le sue mani discesero sulle loro spalle come un paio di lune calanti. "Amici, se morirete altri esseri inferiori prenderanno il vostro posto. Non lottate per voi stessi, ma lottate per quei poveri stolti."

Lonwabo aprì la bocca, come se volesse dire qualcosa, ma ne uscì soltanto un singhiozzo.

Shaxx li fece voltare, rivolgendoli verso il sole e la squadra avversaria dall'altro lato del campo. Si inginocchiò fino al punto di aver la faccia al pari della loro. I tre fissarono gli avversari: due ragazzini umani, occhi torvi, pugni serrati. Un'anziana stava alle loro spalle, i cui occhi subito si ingigantirono appena notata la presenza di Lord Shaxx.

Runa sbadigliò, stropicciandosi la faccia nel vano tentativo di liberarsi dal sonno.

Shaxx sibilò un ultimo comando ai suoi nuovi cadetti: "Spezzateli!"