— L'imboscata di Eksori —
Il suo piede affondò con forza nel terreno già crepato dal sole. Sotto di esso, il collo del vandalo emise un sibilo di etere prima di dissolversi.

Rezyl si voltò e tre reietti si fecero avanti. Il capitano alzò la sua lama elettrica liberando un grido di battaglia per alimentare il loro coraggio.

L'arma automatica di Rezyl iniziò a sputare raffiche di fuoco preciso e i reietti caddero a terra.

Per il capitano, Rezyl rappresentava un trofeo che gli avrebbe portato rispetto tra i suoi fratelli Diavoli.

Per Rezyl, il capitano era già acqua passata. Mentre l'etere sgorgava dal corpo spezzato del pirata caduto sotto i pugni di Rezyl, l'attenzione di quest'ultimo volse alle battaglie sconosciute, ma inevitabili, che incombevano all'orizzonte.

Le cose stavano così: la guerra era all'ordine del giorno.

— Lo scontro nella Valle Tescana —

Un Ketch dai segni sconosciuti se ne stava adagiato ai piedi di due montagne. Una vista assai rara: era insolito vedere bandiere dei caduti così vicine alla superficie, poiché i caduti preferiscono stare sempre in movimento, come gli squali quando cacciano.

Gli Skiff erano disposti in cerchio sotto il Ketch, mentre le truppe si preparavano a depredare i tesori contenuti nelle strutture circostanti.

Rezyl sollevò il suo lanciarazzi, un suono digitale comunicò l'agganciamento del bersaglio, e una freccia di fumo si scagliò contro lo skiff al comando.

Altri due razzi seguirono in rapida successione.

Lo Skiff accusò due colpi, barcollò e si ritirò dietro il Ketch sopra di esso.

Il terzo razzo colpì lo skiff in coda mentre si voltava per affrontare i suoi nemici.

Rezyl si voltò indietro: "Andate!"

"Non riuscirai a buttare giù quel Ketch da solo" lo derise Hassa.

"Il mio bersaglio non è la nave." Rezyl aveva un piano. Hassa odiava i piani di Rezyl, un po' per invidia e un po' per preoccupazione.

"Distrai lo skiff!" continuò. "Ci incontreremo..."

"Non potremo incontrarci se ci rimani secco" urlò Tover.

Rezyl sorrise sotto il suo elmo: "Andate!"

Hassa e Tover voltarono i loro Astori e svanirono tra i boschi rigogliosi. Nascosto, Rezyl osservava gli skiff avvicinarsi.

Al di sotto, i caduti si schierarono in posizione difensiva. L'attacco con il lanciarazzi li aveva presi alla sprovvista, ma gli era bastato poco per prepararsi alla battaglia e ce n'erano molti di più di quanto Rezyl avesse calcolato.

Rezyl si lanciò lungo la scarpata, destreggiandosi nell'impervia vegetazione di cespugli e pini, diretto verso il gruppo di caduti alla base della montagna con lo Spettro al suo fianco.

"Voglio che tu rimanga indietro."

"Ma..."

"Fidati di me."

"Come sempre."

"In quanto tempo riusciresti a riaccendere la mia Luce?"

"Hai intenzione di morire? Non penso sia il miglior..."

"Quanto tempo?"

"Non preoccuparti."

"Sii pronto."

"Per?"

"Lo capirai."

Lo Spettro di Rezyl rallentò mentre il guardiano atterrò sul terreno della vallata.

I caduti aprirono il fuoco.

Rezyl balzò dal suo Astore che svanì in un attimo mentre sfoderava il suo fucile verso i caduti trincerati.

Le scariche ad arco dei caduti colpirono Rezyl e i reietti famelici che si lanciavano all'attacco incontravano la morte man mano che Rezyl si faceva avanti.

Una potente esplosione perforò il terreno a pochi metri dai piedi del titano. Il Ketch aveva rivolto le armi verso Rezyl.

Un'altra esplosione alla sinistra di Rezyl lo fece inciampare e una terza lo prese in pieno...

... Rezyl cadde.

Da dietro gli alberi, il suo Spettro osservava i caduti festeggiare e lo Skiff arrivare, allontanandosi dal Ketch soprastante.

Il cerchio che si era formato intorno al corpo di Rezyl si aprì e l'imponente figura del loro Kell si fece avanti per ammirare il suo premio.

Il gracchiante eccitamento si mutò in un quieto ronzio mentre il Kell sollevava dal collo il corpo esanime di Rezyl.

Un coro si innalzò dal branco in un crescendo mentre il Kell mostrava a tutti il trofeo.

Lo Spettro di Rezyl saettò furtivamente tra la folla. Il piano di Rezyl non gli piaceva, ma in quel momento lo comprese.

Distratti dal trionfo del loro Kell, la presenza dello Spettro passò inosservata fino a quando un raggio di luce colpì il corpo di Rezyl.

L'umore generale cambiò repentinamente: gli esulti di gloria si mutarono in grida insaziabili.

Lo sguardo del Kell cadde sullo Spettro non appena il raggio svanì.

Il circolo di caduti iniziò a disperdersi e a prepararsi al contrattacco.

Il Kell si spostò per scagliare via il corpo di Rezyl, ma il gelido acciaio si conficcò nella mandibola dell'alieno predatore, seguito da uno squarcio di luce rossa scaturito dal cannone di Rezyl.

L'etere fuoriuscì con la potenza di un geyser e la presa del Kell si allentò. Rezyl atterrò sul suolo e scaricò altri cinque proiettili nel petto del leader caduto. Il mostro crollò a terra.

Furioso, il branco del Kell si schierò come un fiume in piena.

Lo Spettro di Rezyl si alzò sopra la mischia e freneticamente urlò: "Adesso! Adesso! Adesso!"

In un solo movimento, Rezyl schiantò i suoi pugni stretti nel petto del Kell, scatenando la sua possenza in in un unico colpo carico di Luce ad arco. L'onda d'urto dell'attacco di Rezyl esplose come una meteora.
Il corpo del Kell e tutti i caduti si disintegrarono nel raggio del suo Pugno della distruzione.

I rimanenti caduti barcollarono, percossi e storditi.

Rezyl invocò il suo Astore.

Lo Spettro fluttuò al suo fianco: "Ce ne andiamo?"

"Prima che il Ketch inizi a far fuoco."

Rezyl affondò sull'acceleratore non appena i caduti aprirono il fuoco.

"Per favore, non facciamo mai più una cosa del genere" supplicò lo Spettro.

Rezyl non aveva bisogno di rispondere. Se la guerra era una costante, il concetto di "mai" era solo un'illusione.

— In difesa del Canale del Nord —

I venti del sud soffiarono via il fumo e iniziarono a rinfrescare l'aria pesante.

Lentamente i cittadini del piccolo insediamento coperto di neve uscirono allo scoperto dai loro nascondigli.

Rezyl scrutava i loro volti esausti ma macchiati di speranza.

Vivere nelle terre selvagge era l'unica realtà che avessero mai conosciuto. Sopravvivere, combattere e nascondersi. Queste persone avevano udito dell'esistenza di un luogo sicuro, ma le favole di una vita migliore raramente sono vere.

Rezyl e i suoi compagni avevano inseguito i caduti per settimane. Se li avessero catturati in tempo, questa città sarebbe stata risparmiata. Il solo fatto che ci fossero sopravvissuti emersi da tutte quelle macerie era già una vittoria.
Ma Rezyl era stanco di piccole vittorie, anche se significative.

Quella sera Rezyl e gli altri condussero un gruppo di sopravvissuti nel lungo viaggio che li avrebbe portati alla brulicante città ai piedi del Viaggiatore. Alcuni coloni si trattennero, scegliendo di rimanere fedeli alle indomite terre selvagge.

Rezyl ammirava la loro risoluzione, ma non si voltò mai indietro. Sapeva che quei coraggiosi pionieri prima o poi avrebbero incontrato la morte a cui quel giorno erano sfuggiti.