Cosa succederà se morirò?

Dato che sono alleato con la morte, questa considerazione è adatta alla mia persona. Le mie figlie studiano la quiddità della morte, mio figlio si allena a occuparla, la mia grande opera finale consiste nel diventare equivalente a essa, nel morire e vivere nella morte, di modo che se l'universo diventasse il vuoto io potrei entrare a farne parte. È molto meglio un universo selvaggio con un lieto fine, che un universo lieto ma senza speranza.

Sono morto innumerevoli volte ma queste morti sono solo state temporanee.

Se i miei echi fossero uccisi, e io fossi ucciso nel mondo materiale, allora verrei ricacciato nel mio trono sull'Astrocorazzata. Se la mia corte e il mio trono fossero sconfitti, e io venissi affrontato nel mio trono e sconfitto, allora morirei. La mia opera terminerebbe.

Questo è l'accordo al quale sono legato, in particolare dallo studio delle Tavole della Rovina e dall'uso del potere del Profondo. Quando evoco quel potere metto a repentaglio me stesso, gioco d'azzardo con la mia anima, poiché sto affermando: udite, mie divinità, io sono l'essere più potente che sia mai esistito e ve lo dimostrerò.

Ultimamente mi sono reso conto di quanto sia dipendente da Crota, dalle mie figlie e anche dalla mia corte. Se li perdessi, le mie perdite supererebbero le assunzioni, il mio tributo non basterebbe più per saziare il verme. Ma ciò è buono e giusto, poiché se li perdessi significherebbe che non sono abbastanza forti, e che io sarei un cattivo padre, un cattivo Re. Devo metterli alla prova e lottare con loro per tenerli forti. Questo è il mio dono e la mia maledizione.

Io continuerò a esistere per sempre. Io comprenderò tutto. Esiste solo una via, quella che ti crei. Ma puoi creartene più d'una.

Spezza le sbarre della tua cella. Crea una nuova forma, plasmala dalla sua via, trova le sbarre della tua cella, spezza le sbarre, trova una forma, plasmala dalla sua via, divora la luce, divora la via.

Se fallisco, lasciate che diventi cibo per vermi.