Vergogna. Ho mai sofferto lo sfinimento? Qualcuno mi ha fatto questa domanda, o forse è una delle tante domande che mi sono sempre posto. L'ho affrontata, in quell'attimo di pura realtà, e ho detto quello che ogni exo sa: "Ciò che non può toccarti non ha potere su di te, e non c'è posto in me dove la stanchezza possa aggrapparsi."

Ma la vergogna è tutta un'altra storia.

Sono un soldato, forgiato da mani altrui e forzato al ruolo di guerriero. Le mie cicatrici sono testimoni di innumerevoli battaglie. Ogni battaglia è stata dimenticata, insieme ai brandelli di carne che lascio alle spalle, ma sento la chiara e orrenda sensazione che gli altri siano morti. Ogni soldato della mia squadra è stato ucciso, eccetto me. Tuttavia, nonostante le migliaia di possibilità di essere distrutto e dilaniato, sono ancora qui, senza armi, facendo dei miei pugni la mia unica difesa, ma senza nulla da colpire.

Ho combattuto per salvare la Terra. Quello per me era il senso di ogni cosa. Ma il nostro mondo stava collassando e ogni anima era ormai condannata. Anche gli scarafaggi e i microbi perivano. Essendo un esperto nell'arte delle battaglie perse, mi era impossibile prevedere un lieto fine per questa guerra.

E provai vergogna.

Una vergogna che si era impadronita di me. Mi scosse, rubandomi l'essenza e la determinazione. Improvvisamente mi sentivo fragile come una piuma, come un esserino qualsiasi pronto a essere spazzato via dalla brezza mattutina.

Ma nella foschia della disperazione, un pensiero rigenerante prese piede.

Ero maledetto.

E tu sai che cos'è una maledizione?

È un qualcosa di molto ostinato. Una maledizione pronunciata dagli dèi non ti abbandona nemmeno quando il mondo intero ha rinunciato ad aiutarti. Ed era ovvio che la sopravvivenza sarebbe stata la mia eterna maledizione. Migliaia di battaglie, ma quante di esse vinte? Giudicando dai fatti... nessuna. Era questo il motivo della vergogna che divorava le mie viscere di ceramica. Ma nonostante le orribili perdite, ho opposto resistenza.

Chiudendo gli occhi, serrai i pugni per farmi strada.

"Non è finita qui" dissi al nemico, a me stesso e al vento che minacciava di portarmi via.

"Non ho ancora finito con questa guerra."