La cacciatrice sta seguendo il Valus chiamato Ta'aurc prestando ascolto ai grugniti emessi dalle sue guardie del corpo sulle radiofrequenze. Cayde l'ha sguinzagliata su Marte per seguire queste tracce ed è ciò che farà fino alla fine anche se la uccideranno cento volte. Per Cayde, lei caccerebbe ovunque.

Quando Ta'aurc scende nella Baia Meridiana decide di seguirlo e si ritrova nel mezzo della guerra. Così —

Sta succedendo qualcosa, dice il suo Spettro, qualcosa non va. La cacciatrice smonta dall'Astore e si ripara dietro due pilastri di roccia antica tormentata da quiete lucciole.

Le Mietitrici sfrecciano caute sopra la sua testa in cerca di prede. Sulla rete di comando cabal una voce bassa farfuglia nella loro lingua: Pronti al fuoco. Stanno arrivando. Pronti al fuoco.

Udito questo, lei si arrampica su un obelisco di pietra posandosi sulla punta per osservare il cielo notturno, chiedendosi se potrà mai alzare lo sguardo verso le stelle attendendo la rovina nel cortile della Torre.

I vex eruttano dal vuoto schiantandosi contro le formazioni cabal in un abbaglio di luce dorata. Fulmini saettano scoppiettanti dando vita a file marcianti di unità belliche bronzate mentre le postazioni di artiglieria tuonano nelle retrovie. I tracciatori solcano il cielo e lei percepisce sulla pelle l'urlo elettromagnetico delle munizioni cabal in cerca di un bersaglio col formicolio di strani segnali sussurranti di spazio infranto e tempo piegato. Una Mietitrice precipita in fiamme infrangendosi sulla sabbia e facendo rimbombare la rete di comando con feroce parlantina di guerra cabal, un centurione che grida Scudo Nero, Scudo Nero, Base Thuria, perimetro compromesso, richiesto fuoco protettivo terminale, zero sei zero, uno tre otto, effetto immediato...

Qualcos'altro sta osservando la scena.

Lo senti? sussurra sbigottito lo Spettro.

Sì, risponde, sì, che cos'è?

Un terzo coro, uno sguardo furtivo, qualcosa lassù sopra di loro né vex né cabal che mette a fuoco il suo grandioso occhio per misurare la battaglia con strumenti di luce e gravità. Lei... se lo ricorda? Ed esso può ricordarsi di lei? Sembra che lei dovrebbe ricordarselo...

La cacciatrice avverte come un antico braccio che alza una lunga lancia in preparazione allo scocco.

Poi la luce dell'alba, di una terribile alba. Il cielo si apre per far spazio alla devastazione scagliata dall'orbita: minotauri cadono bruciati coi fluidi in ebollizione sulla corazza, armamenti cabal esplodono mentre minuscole schegge appuntite piovono dal cielo insinuandosi nei loro depositi di munizioni.

La battaglia si arresta. I vex si dissolvono. Sulla rete cabal la voce di Valus Ta'aurc ruggisce: Trovate la sorgente! Radunate gli scuoiatori e trovate la sorgente!

La cacciatrice si ricorda una notizia dalla Terra: la parabola si è aperta, lasciando libero un fantasma del Cosmodromo. Si domanda chi ha vinto la battaglia, chi ha imparato di più, i vex che tentano di stanare questo nuovo potere o i cabal che lo cacciano. O la mente bellica stessa che collauda le sue doti rinate.

Quando qualcuno ucciderà Ta'aurc e gli scuoiatori, come hanno già ucciso Draksis, a quale scopo serviranno?

Ma questi pensieri non sono per lei. Lei è qui solo per cacciare.