Le leggendarie menti belliche vigilavano sulle nostre colonie dell'Età dell'Oro come vaste intelligenze, sparse attraverso migliaia di warsat e installazioni compatte. Durante il Crollo, le menti belliche lottarono e morirono. Rasputin cadde con loro...

O almeno, così ci insegnò la storia. Secoli di esplorazioni e racconti narrano di un'ultima, elusiva mente bellica, il cui mito è stato comprovato da alcuni guardiani, i quali sono riusciti a contattare Rasputin nel vecchio Cosmodromo. Una mente bellica sopravvive ancora, ridotta ma intatta.

Per far fronte alla minaccia dei caduti e dell'alveare, Rasputin ha sfruttato la riattivazione della parabola nel Complesso Terrestre per estendersi attraverso tutto il sistema solare interno. L'Avanguardia della Città sperava di trovare un potente alleato in Rasputin, una mente capace di processare e rinvigorire le risorse militari dell'Età dell'Oro, riportandole a difesa della Città. Rasputin si è però dimostrato riluttante e prepotente, insensibile ai gravi problemi della Città.

Non riusciamo a caratterizzare gli obiettivi strategici e le capacità di Rasputin, non capiamo come definire la sua architettura fisica o computativa, non possiamo constatare il suo schieramento nei riguardi della Città, e non siamo in grado di verificare la giacenza di memoria sopravvissuta al Crollo. Forse di lui rimane solo un involucro autonomo che compie manovre difensive come un riflesso condizionato. Oppure i suoi obiettivi sono mutati, plasmati da informazioni vitali ottenute durante il periodo buio della sua vita.

La comparsa di Rasputin ha portato con sé la speranza di poter ripristinare altre menti belliche, fortificando così i sistemi difensivi della Città. L'Avanguardia e il Consenso sperano che prima o poi i contatti con Rasputin si tramutino in un'alleanza strategica.