La camminata dall'Ares Uno.

L'avete vista. Fu tutto ripreso. Credo che ora puoi vedertela in 3D totale, full immersion, e puoi svolazzare per la scena come un colibrì. Posso aggiungere qualche dettaglio.

Il percorso era prestabilito. Siamo andati tutti... il CEV e l'Ares Uno erano impostati per tornare a casa automaticamente in caso di perdita dell'equipaggio. Qualunque cosa avremmo incontrato alla reliquia, serviva l'elemento umano.

Portammo fucili. Ci ingombrarono, ci rallentarono e ci resero probabilmente meno sicuri. Credo che possiamo parlare dei fucili un'altra volta. L'importante è che...

Andò tutto bene. Guardami. Guardaci! Stai parlando con un uomo di novant'anni. Un novantenne che non è mai stato così brillante. Supero con facilità ogni parametro cognitivo.

Mi ha fatto bene ciò che è accaduto. Ha fatto bene a tutti. Quando superammo quella cresta e ci fu contatto visivo con la reliquia, credo che nessuno di noi osasse immaginare che potesse finire così bene.

Andammo su Marte al vertice della civiltà umana. E non furono le nostre armi a darci la vittoria.

Fu la nostra nave. Il nostro addestramento. L'affiatamento reciproco. La nostra fiducia nel porgere le mani verso l'universo, non per profitto o sicurezza, ma a mani aperte, per vederci elevati.

Avevamo ragione. Questo mi rende così felice. Ancora oggi.